Prossimità alle famiglie sinte

Prossimità alle famiglie Sinte stanziali e residenti a Sandrigo

«Cari Zingari, cari Nomadi, cari Gitani, venuti da ogni parte d’Europa, a voi il Nostro saluto.

Il Nostro saluto a voi, pellegrini perpetui! A voi, senza casa propria, senza dimora fissa, senza patria amica, senza società pubblica! A voi, che mancate di lavoro qualificato, mancate di contatti sociali, mancate di mezzi sufficienti!

Saluto a voi, che guardate il mondo con diffidenza, e con diffidenza siete da tutti guardati! Comprendete, nomadi carissimi, il significato di questo incontro. Qui trovate un posto, una stazione, un bivacco, differente. Siete considerati importuni e estranei; e restate timidi e timorosi. Siete mai stati salutati, come cittadini eguali agli altri? Anzi come membri d’una società che non vi respinge? Dovete riconoscere che la società circostante è molto cambiata da quella che qualche decennio fa vi proscrisse e vi fece tanto soffrire. Noi diamo un pensiero di cordiale ricordo agli zingari vittime delle persecuzioni razziali, preghiamo per i vostri morti. Sì, siate bravi e giusti; e riconoscete che la società oggi è migliore; e se voi preferite stare ai margini di essa, e tollerate perciò tanti fastidi, essa però offre a tutti la sua libertà, le sue leggi ed i suoi servizi.

Voi scoprite di non essere fuori, ma dentro un’altra società; questa società, si chiama la Chiesa. Voi siete nel cuore della Chiesa, perché siete soli: nessuno è solo nella Chiesa; siete nel cuore della Chiesa, perché siete poveri e bisognosi di assistenza, di istruzione, di aiuto; la Chiesa ama i poveri, i sofferenti, i piccoli, i diseredati, gli abbandonati.

E’ qui, nella Chiesa, fratelli con tutti gli uomini, chiamati ad essere uomini nel senso più alto e più pieno; ed essere saggi, virtuosi, onesti e buoni; cristiani in una parola.

Ed ora, fratelli e figli, preghiamo insieme. Il Pellegrino divino» (estratti dall’omelia del Santo Padre Paolo VI, al Campo Internazionale degli Zingari a Pomezia, 26 settembre 1965).

PROPOSIZIONE 14. Il CPU è riconoscente e conferma gli sforzi ultradecennali che le parrocchie, di Sandrigo e di Lupia prima e ora l’Unità Pastorale, hanno compiuto e compiono al fine di attivare e sostenere percorsi di prossimità inclusivi nei confronti delle famiglie Sinte. Va confermata la necessaria rete anzitutto con l’Amministrazione comunale di Sandrigo e la Scuola, ma è opportuno anche dare continuità all’accompagnamento inclusivo al fine di un indispensabile rapporto di reciprocità fiduciale, anzitutto valorizzando certamente l’impegno dei volontari, ma anche affiancandoli e sostenendoli con una figura professionale part-time.

PROPOSIZIONE 15. I percorsi inclusivi, nel medio e lungo termine, devono promuovere contemporaneamente più aspetti: quello di un abitare dignitoso, non privo, come purtroppo ancora è, dei minimi requisiti di dignità – come l’acqua, i servizi igienici, l’energia elettrica -, quello scolastico, quello sanitario (soprattutto per le donne e i bambini), quello lavorativo, quello previdenziale, quello di educazione alla legalità e quello religioso.

PROPOSIZIONE 16. Il CPU ritiene necessario valutare, con la Caritas UP e le altre Istituzioni, proposte e occasioni che evitino nella comunità civile l’acuirsi della ghettizzazione o, ancor peggio, fenomeni di intolleranza discriminatoria o tensioni sociali matrici di violenza.